Alla riscoperta di Vancouver
Il rientro a Vancouver è come tornare
a casa, mi sento ormai parte di questa città e, viste le comodità (non relative
all’ostello che definirei ‘essenziale’, quanto piuttosto la dislocazione in
centro dello stesso) ritorno al solito posto ‘Same Sun’ in Grenville Street.
Non ve l’ho svelato nei post precedenti, una curiosità di questo posto sta
nella password di accesso al dormitorio; se verrete da queste parti, una volta pagato
per le notti di permanenza, vi verrà detta a voce e scritta in un foglio la
password di 4-5 caratteri che ogni giorno sarà variata. Le parole di accesso
erano immancabilmente delle parolacce, logicamente comprenderete la mia
difficoltà a rimanere seri in quei frangenti ogni volta che il ragazzo o
ragazza alla reception ti ‘insulta’ nel momento in cui ti conferma la password,
molto divertente.
la bici a volte si trasforma in fonte di puro divertimento |
Vista la giornata di sole c’è da approfittarne
e mi reco dapprima presso il Museum of Anthropology per immergermi nella storia
dei Nativi americani; il museo si trova presso l’Università della British Columbia
e passando fra i campus universitari oltre ai turisti che accorrono per venire
al museo, si incontrano giovani studenti a zonzo, tanti in bicicletta. Poi vi
sono altri soggetti che sfruttano la nostra amica a due ruote non solo come
mezzo di trasporto ma come ‘trampolino’ per il puro divertimento..
A metà pomeriggio vado verso l’area
rinnovata dalle scorse olimpiadi invernali, qui si trova il Vancouver Convention Centre, dove potrete
ammirare l’originale scultura dell’Orca a ‘mo di Lego e potrete fare due passi
lungo la passeggiata circostante piena di cafe’ e ristoranti; un’area davvero
bella dove chiaramente la bicicletta è la benvenuta, viste le ampie piste
ciclabili e l’area pedonale; quando sarete esausti dopo le quintalata di
fotografie scattate potrete rilassarvi e prendere il sole sulle comode sdraio
lungo la passeggiata.
alcune immagini nell'area del Convention Centre di Vancouver
queste aree sono il sogno di ogni ciclista urbano |
il sole si specchia sulla città di Vancouver |
Il giorno successivo
faccio conoscenza con i miei nuovi compagni di stanza, tre ragazzi americani
sui 20 anni, venuti in auto da Seattle per il weekend per avere un primo
‘assaggio’ del Canada. Insieme a loro ci rechiamo in auto in uno dei quartieri
più belli e storici di Vancouver, Gastown. Oggi è Domenica e, senza saperlo, ci
ritroviamo nel bel mezzo della festa dei Vigili del Fuoco di Vancouver, fra
sfilate, spettacoli, dimostrazioni che coinvolgono anche i più piccoli ed
esposizioni degli automezzi dei pompieri. Gastown rappresenta un po’ la storia
di Vancouver in quanto storico centro del commercio cittadino, colpito a fine 800 da un incendio che
distrusse praticamente tutto, poi ricostruito. Simbolo e icona di questo
quartiere è ovviamente lo Steam Clock, l’orologio a vapore, che fu costruito e
progettato per coprire una grata di
sfiatamento dell’allora sistema di riscaldamento.
lo Steam Clock |
american friends |
uno spettacolo nello spettacolo! |
Insieme ai ragazzi americani vado a pranzare
in un ristornate e al termine ci salutiamo in quanto purtroppo devono già far ritorno a Seattle, il loro
primo weekend canadese sta per volgere al termine.
Nel primo pomeriggio ne
approfitto per tornare allo Stanley Park per godermi maggiormente il parco in
una così calda giornata di sole. Durante il tragitto in autobus, che dal centro
città porta verso la fermata dello Stanley, faccio conoscenza con alcuni ragazzi
e ragazze di un gruppo studi qui a Vancouver; il gruppo è ben nutrito e i
ragazzi arrivano da tanti angoli del Pianeta:
Europa, America del Sud e persino il Giappone. Chiaramente anche la
rappresentanza italica non può mancare! Arrivati al parco, nei pressi della
statua di Stanley, ci sdraiamo lungo il prato e dalle borse e zaini dei ragazzi
escono frutta, snack, pane e nutella e così capisco che è arrivato il momento
tanto agognato della MERENDA, yuppi! Non solo le persone ma anche la statua del
vecchio Stanley è contagiata dalla mitica finale che vede proprio la squadra di
hockey di casa affrontare Boston in questi giorni per contendersi il trofeo che
porta proprio il suo nome, Stanley Cup. Vancouver in queste settimane è proprio
impazzita per l’hockey, lo si sente nell’aria, ed anche questi persone, venute
a festeggiare il compleanno di una loro amica, hanno proprio l’aria scanzonata
in sella alle loro stilose biciclette. Incuriosito ed estasiato mi avvicino a
loro con la mia macchina fotografica, chiedo prima il motivo di questo ‘raduno
vintage’ e mi viene detto appunto che si festeggiava un compleanno di una loro
amica; dopo essermi tolto queste curiosità chiedo loro gentilmente se potevo
immortalarli in qualche foto e ancor più gentilmente mi rispondono di si,
mettendosi pure in posa, fantastici!
Con il gruppo di ragazzi (ormai compagni
di merenda) conosciuti quest’oggi ci scambiamo i numeri di telefono e ci diamo
appuntamento in serata per un aperitivo ed andare tutti insieme al cinema.
l'ora della merenda! |
Un post a parte, o forse un blog, andrebbe fatto solo ed esclusivamente per questi 'vintage bikers', stupendi! oggi per festeggiare il compleanno di una ragazza del gruppo si sono agghindati a dovere..
..e fra i grattacieli del centro ecco il Davie Village, un orto - giardino gestito in comune fra le persone, bellissimo!
Vancouver Island & Victoria
E’ di nuovo arrivato il momento
di lasciare Van per un’altra interessantissima destinazione, Vancouver Island e
la città di Victoria. Capitale della British Columbia, Victoria (circa 80.000
abitanti) è molto caratteristica e di stile anglosassone, very british.
Partenza con il solito autobus
dalla stazione principale, questa volta però bisogna starci giusto il tempo di
uscire dalla città e raggiungere il porto da dove prendere il traghetto che
porta alle varie destinazioni per Vancouver Island. Salito sul traghetto vedo
imbarcarsi una schiera di ragazzi con le ormai inconfondibili divise dei
Canucks, la squadra di hockey di Vancouver, e per un attimo mi sento quasi come
perseguitato in quanto in ogni luogo c’è sempre qualcosa che evoca questa
finale (indovinate che partita di hockey si giocherà questa sera?). La bellezza della città di
Victoria lascia sbalorditi, mi prendo giusto il tempo per cercare un nuovo
ostello per lasciare la mia roba e torno quanto prima fra le vie del centro;
dopo aver preso confidenza con il centro storico e scattata qualche foto
durante il tramonto cerco un pub per andare a cenare e guardare gara 4 della
finale di NHL. Sfortunatamente per loro la partita viene persa e ciò significa
che la prossima gara sarà quella decisiva e verrà disputata proprio a Vancouver
fra due-tre giorni; adesso che ci penso in quei giorni sarò nuovamente a
Vancouver prima di ripartire per Montréal, si prospetta una luuunga serata.
Avrei potuto decidere di trascorrere il giorno seguente a spasso per la città, facendo shopping e comprando le solite ‘schifezze-regalo’ fatte apposta per alleggerire le tasche dei turisti e che hanno poco di veramente tradizionale e tipico – Non che non ci sia mai cascato anzi, però quest’oggi la voglia di camminare all’aria aperta ed il richiamo della montagna aveva raggiunto ormai il livello di guardia. Sebbene la parte più ‘selvaggia’ e forse più bella si trovi a nord dell’isola, verso la località di Tofino, dove fra l’altro c’è un altro bike park (troppo distante per i miei soli due giorni di permanenza qui), ho comunque voglia di immergermi nella natura e così chiedo consigli alla reception dell’ostello ed ottengo anche una mini mappa sui posti più vicini in cui fare escursioni. Grazie ai consigli di alcune persone del posto ed alla ormai nota cordialità dei Canadasi raggiungo facilmente il Goldstream Provincial Park, un parco molto bello attorno ad un’area montuosa a sud di Victoria. Chi capitasse da queste parti e vuole farsi una gita fuori porta consiglio vivamente di visitare quest’area, a circa 40 minuti di autobus (due cambi) dalla città di Victoria.
Inizio la camminata e vengo immediatamente colpito
dalla vegetazione e dalla bellezza dei sentieri all’interno del bosco e sebbene
non sia dotato di pollice verde (nemmeno l’alluce direi) riesco ad apprezzarne
i profumi ed i colori degli arbusti e dei fiori, così diversi dai nostri ma
incredibilmente belli. Avrei potuto decidere di trascorrere il giorno seguente a spasso per la città, facendo shopping e comprando le solite ‘schifezze-regalo’ fatte apposta per alleggerire le tasche dei turisti e che hanno poco di veramente tradizionale e tipico – Non che non ci sia mai cascato anzi, però quest’oggi la voglia di camminare all’aria aperta ed il richiamo della montagna aveva raggiunto ormai il livello di guardia. Sebbene la parte più ‘selvaggia’ e forse più bella si trovi a nord dell’isola, verso la località di Tofino, dove fra l’altro c’è un altro bike park (troppo distante per i miei soli due giorni di permanenza qui), ho comunque voglia di immergermi nella natura e così chiedo consigli alla reception dell’ostello ed ottengo anche una mini mappa sui posti più vicini in cui fare escursioni. Grazie ai consigli di alcune persone del posto ed alla ormai nota cordialità dei Canadasi raggiungo facilmente il Goldstream Provincial Park, un parco molto bello attorno ad un’area montuosa a sud di Victoria. Chi capitasse da queste parti e vuole farsi una gita fuori porta consiglio vivamente di visitare quest’area, a circa 40 minuti di autobus (due cambi) dalla città di Victoria.
Durante la salita è davvero difficile
non fermarsi ad ammirare il paesaggio e scattare qualche fotografia ed è bello
vedere come non sia il solo oggi qui a godersi le bellezze di Madre Natura.
Incontro per primi una coppia di ragazzi già di ritorno dalla cima che stanno
scendendo di corsa cimentandosi in un trail running; successivamente, approssimandosi
alla vetta, incontro altre persone che come me stanno scalando
come delle lucertole la parete di roccia che si è presentata di fronte e che ci
permetterà di arrivare in cima, nulla di impossibile e anzi molto divertente!
Arrivato in cima alla montagna, oltre
alle foto di rito che devono essere scattate in posti come questi, con montagne
da una parte e l’oceano che quasi ci circonda, una cosa che mi piace fare ogni
volta è quella di 'cercare' l’energia che arriva dalla montagna, basta chiudere
gli occhi per qualche secondo, respirare profondamente per poi riaprirli dopo
qualche istante; è una sensazione bellissima che vi risarcirà in qualche modo
di tutta la fatica che avete fatto per arrivare sin qui e, allo
stesso tempo,
mi piace pensare che sia un modo per entrare in stretta sintonia con essa (la
montagna) e quindi con la Natura.
Prima di tornare verso valle conosco
due ragazze Renata e Tony molto simpatiche e friendly con le quali
scambio due chiacchiere ed affrontiamo la discesa insieme; loro sono di
Victoria e si offrono pure di darmi un passaggio in città, cosa chiedere di
meglio???
In serata colgo il loro invito e vado
nel pub in cui lavorano per cenare, bere una birra e scambiare quattro
chiacchiere – un po’ mi spiace dover ripartire l’indomani.
L’ultima
pazza notte a Vancouver
Non sono nemmeno quindici giorni che
sono in Canada e posso già dire di esser stato a Vancouver tre volte! questa
volta il solito ostello è busy, colpa della finalissima di NHL che si terrà
proprio questa sera qui allo stadio di Vancouver e per un colpo di fortuna
riesco a trovare posto praticamente dall’altro lato di Grenville Street, al ‘HI
Vancouver’
(è una catena di ostelli disseminata un po’ in tutto il Canada, fra l’altro sia
a Whistler che a Victoria sono stato proprio loro cliente) – quella di sta sera
devo ammettere che sarà solo una permanenza di alcune ore in quest’ostello,
più che
altro un deposto bagagli, in quanto ho in programma di andare a vedere la
partita fra la folla, vicino a Homer Street dove sono stati allestiti dei maxi
schermi e quindi andando in giro tutta la serata per poi fare su arma&bagagli e
recarmi all’aeroporto di Vancouver per l’ultima tappa a Montrèal
in programma, una sorta di pit-stop prima del ritorno in patria.
Sfortunatamente non riesco ad incontrarmi con i miei nuovi amici conosciuti la
scorsa volta, colpa del caos cittadino per via della partitissima di hockey e
così mi reco verso i maxi schermi per stare un pò in mezzo alla folla e
guardarmi la partita.
Quello che succede durante,
ma soprattutto dopo la partita è qualcosa di sconvolgente ed incredibile, per
fortuna al termine del match, dove i Canucks sono usciti sconfitti da Boston,
fiutando
una cattiva aria
mi allontano dalla folla di un isolato e cerco un ristorantino sushi per sfamarmi.
Ciò a cui stavo assistendo al sushi bar nelle news in tv è qualcosa
di allucinante, tifosi (o meglio cretini) che mettono a ferro
e a fuoco la città e tutto questo nel luogo in cui mi trovavo qualche
minuto prima;
auto della polizia in fiamme, negozi distrutti, un sacco di esercizi commerciali
stavano chiudendo,
installando delle improvvisate barriere a protezione delle loro vetrine,
veramente assurdo! Dopo aver digerito a fatica la cena, per quanto stavo
vedendo, mi sale un tantino di ansia in quanto qualche problema logistico
mi si presenta. Devo
raggiungere l’ostello per prendere i miei bagagli ma:
1. L’ostello si trova proprio nella zona isolata dalla
polizia in cui i teppisti stanno ancora lottando con le forze dell’ordine, le quali hanno
iniziato
a lanciare gas lacrimogeni e circoscrivere la zona
2. Tutti i servizi pubblici (autobus,
metropolitane, treni) sospesi
3. Devo raggiungere l’aeroporto per il
check-in ed imbarcarmi e non sapendo quando si sarebbe calmata la
situazione e quando i mezzi pubblici avrebbero ripreso il regolare servizio,
leggermente agitato, chiamo il call-center della compagnia aerea per informarmi
su eventuali voli successivi al mio.
Per fortuna tutto si risolve, nonostante
il caos, i danni e la paura che c’è in giro per la situazione creatasi -
sia chiaro questo non sposta di una virgola tutto le belle impressioni riguardo
la cordialità dei canadesi che ho potuto veramente toccare con mano in questi
giorni, conferma invece che la lingua più parlata al mondo non è il cinese,
l’inglese e nemmeno lo spagnolo ma è quella dei cretini. Dimostrazione di senso
di civiltà e voglia di mostrare a tutto il mondo che Vancouver non è ciò che è
andato in scena l’altra sera viene dai suoi cittadini, che nei
giorni seguenti dai più anziani ai più giovani hanno aiutato vigili del fuoco,
forze dell’ordine e operatori ecologici e far tornare la città al quotidiano
splendore. Leggi gli articoli.
Ultima
tappa a Montréal
Mi restano ancora due giorni nella
sempre magnifica Montréal, chiaramente trascorsi girando in centro con le bici
del bike sharing cittadino (tra i meglio organizzati al mondo), oppure
visitando insieme alla mia amica Mira Mont Royal in auto, il
promontorio all’interno della città dove vedere dall’alto tutta la metropoli; Resta
soltanto il belissimo giardino botanico con fiori e piante da tutto il mondo ed
una passeggiata a pieti lungo il tracciato cittadino di formula 1, raggiungibile dal centro
con l’autobus, su un isolotto a qualche minuto dal centro città.
Dopo esperienze del genere oltre ad arrabbiarti per come potrebbe essere (ma non è) nel tuo Paese, spesso impari
anche ad apprezzare maggiormente le piccole (ma belle) cose che
magari ogni giorno dai per scontato e che gli stranieri ancora ci invidiano. Per quanto mi riguarda, dal momento in cui
ho messo piede sull’aereo per rientrare in Italia una delle primissime cose a
cui ho pensato riguardava proprio il giorno in cui avrei fatto ritorno qui. Jasper National Park portrebbe essere un'ottimo motivo per tornarci, magari pedalando!
Canada, Usa, Italia, Irlanda, Regno Unito, Spagna, Giappone, Egitto, Australia, Croazia, Polonia, Brasile e Slovenia, queste sono tutte le nazionalità (forse ne ho dimenticata qualcuna) delle persone incontrate nei miei quindici giorni di viaggio; conoscere nuovi luoghi e persone, entrare in contatto con nuove culture e aprire i propri orizzonti, queste sono alcune delle cose più belle che ci portiamo a casa dopo ogni viaggio, ed hanno un valore inestimabile perché rimarranno sempre con noi.
Canada, Usa, Italia, Irlanda, Regno Unito, Spagna, Giappone, Egitto, Australia, Croazia, Polonia, Brasile e Slovenia, queste sono tutte le nazionalità (forse ne ho dimenticata qualcuna) delle persone incontrate nei miei quindici giorni di viaggio; conoscere nuovi luoghi e persone, entrare in contatto con nuove culture e aprire i propri orizzonti, queste sono alcune delle cose più belle che ci portiamo a casa dopo ogni viaggio, ed hanno un valore inestimabile perché rimarranno sempre con noi.