martedì 20 marzo 2012

Canada, la bicicletta come stile di vita (parte seconda)

Zaini in spalla, si parte per Whistler


Biglietto del bus acquistato il giorno precedente, faccio
nuovamente su il fagotto e lascio l’ostello, abbandono per qualche giorno
Vancouver spostandomi di un centinaio di chilometri a nord della città per
salire sulle montagne di Whistler; il precedente paragone con Les Deux Alpes
probabilmente è stato un tantino ingeneroso nei confronti della località
francese, forse perché influenzato dall’organizzazione di Whistler, a dir poco
spaventosa, sia in termini di ricettività turistica sia per quel che riguarda
il pianeta mountain bike. Ad onor del vero la località francese è anch’essa
favolosa e le nostre Alpi non hanno nulla da invidiare alle montagne di
Vancouver e alle Rockies in generale, però si sa che un pizzico di esterofilia,
specialmente in noi italiani, non manca mai (a differenza dei nostri cugini
transalpini). Arrivo in stazione e fra le persone che attendono i bus c’è un ragazzo con tanto di mountain bike “cattiva” (una bicicletta bi-ammortizzata) al seguito e capisco immediatamente dov’è diretto. Anche in questo caso tocco con mano l’enorme considerazione per chi sceglie la ‘creatura a due ruote’ come mezzo di trasporto; i bus sono tutti dotati di ampi
porta-bici sul davanti e lodevole è la cura con cui l’autista carica la
bicicletta, quasi come fosse il passeggero più importante, la special guest.




immagini lungo il tragitto


Dopo circa un’ora e mezza di viaggio il pullman si ferma di fronte all’Ufficio d’Informazioni Turistiche di Whistler (Whistler Visitor Centre), ed abbiamo un piccolo assaggio di quale sia l’organizzazione ed i servizi offerti in questa località. All’interno del Visitor Centre ci sono circa 5-6 impiegati pronti ad accoglierti con un sorriso e rispondere ad ogni tua domanda, dalla ricettività alberghiera agli sport praticabili (mountain bike, escursionismo, kayak fra i tanti sport
estivi e una infinità di sport invernali); faccio incetta di volantini e, mentre chiedo info, conosco Omar un ragazzo egiziano che studia a Toronto e che casualmente è diretto al mio stesso albergo (Hi Whistler). Se doveste passare da queste parti lo potrete trovare sotto la categoria ostelli però la struttura è nuovissima, nata con le Olimpiadi Invernali del 2010 (Vancouver 2010) ed è proprio un ambiente friendly carino, pulito e moderno a cinque minuti di bus (in direzione sud) dal paese.




la fermata è proprio davanti al ufficio informazioni



La mia intenzione è dunque quella di arrivare in albergo, prepararmi, e partire per una camminata di un paio d’ore in montagna, capisco che anche Omar è intenzionato a seguirmi per cui visto la compagnia ho un motivo in più per non sprecare neanche un secondo del tempo
qui. Butto la mia roba in camera e mi preparo per addentrarmi in queste stupende foreste di conifere dai fusti altissimi a formare tutte insieme quei boschi incantevoli che solo nei film ed
in televisione avevo visto fin’ora! D’accordo con Omar ci diamo appuntamento
alla reception dell’albergo, chiediamo un paio di info giusto per imbroccare da
subito i giusti sentieri e partiamo.






Durante la camminata cerco di sentire
i profumi e le melodie del bosco per poterli registrare nella mia mente e paragonarli
alle nostre Alpi. Camminiamo lungo un sentiero
all’interno del bosco, le immagini e ricordi delle foreste canadesi sono qui di
fronte a me, era tutto come immaginavo! Lungo il cammino le foto si sprecano,
incrociamo anche una famiglia in mountain bike e questa è la goccia che fa
traboccare il vaso, in quanto la voglia di pedalare in questi luoghi aveva
ormai raggiunto la soglia di guardia.

incrociamo sulla nostra strada una famiglia in mtb





in questi tratti cresce sempre di più la voglia di mtb





Arriviamo nei pressi di Loggers Lake,
ne approfittiamo per prender fiato e lasciar spazio agli obiettivi delle nostre
macchine fotografiche; faccio persino fatica ad inquadrare questi paesaggi
talmente belli e mozza fiato. Riprendiamo il nostro cammino verso la cima del
monte, sono quasi le 17:00 e dobbiamo anche sbrigarci a scendere anticipando il
tramonto per fare ritorno in albergo e possibilmente evitare di rientrare con
il buio. Lascio spazio a qualche fotografia perché non c’è bisogno di ulteriori commenti, qualsiasi parola sarebbe di troppo di fronte a tanta bellezza.










Sulla strada del ritorno incrociamo una signora con i suoi figli, scambiamo quattro chiacchiere ed appena le dico che vivo in Italia inizia ad elencarmi tutte le bellezze del nostro Paese, e le
tante località in cima alle nostre Alpi che vorrebbe visitare; è proprio vero
che l’erba del vicino è sempre la più verde. Questo a maggior ragione dovrebbe
spingerci ad essere maggiormente consapevoli di quanta ricchezza abbiamo a due
passi da casa nostra e quanto sia sempre più importante preservare, ed in molti
casi valorizzare, il nostro stupendo territorio. Prima di salutarci la signora ci fa notare, in cima ad una pianta, un nido di aquila; animali del genere non si incontrano tutti i giorni, per cui anche solo vederne il nido è motivo di forte emozione. Che dire di più? Manca solo l’orso!
Rientrati in ostello, ci si rilassa e la sera dopo cena si esce, nel mio piano conosco diversi ragazzi tutti provenienti da altrettante parti del mondo (Australia, Germania, Egitto…); la
sera Whistler non è avara di svaghi anzi, tanti locali dove trascorrere la
serata ascoltando della musica e bersi una birra o due.



Pedala che ti passa

Il giorno seguente sento proprio la necessità di pedalare lungo questi luoghi incantevoli, e così mi reco nel più vicino negozio di bici e vado sul sicuro affittando una specialized
stumpjumper, mamma che spettacolo! Acquisto inoltre calzoncini e guanti e chiedo
qualche suggerimento ai ragazzi del negozio che mi indicano una zona a circa 1 chilometro dal centro dove girare su sentieri attorno al lago Lost Lake. Un luogo ideale per girare in compagnia di amici, o con la famiglia, su sentieri adatti a tutti in uno scenario davvero suggestivo.









La mia ‘fame’ di mountain non si è
però esaurita, anzi. Prima di rientrare in albergo mi reco all’arrivo del bike
park, dove ai piedi degli impianti di risalita vi sono un sacco di ragazzi ed
anche diverse ragazze in sella a bici da down hill prevalentemente, riesco
quasi a percepire l’adrenalina. Arrivato in ostello incrocio uno dei miei
compagni di stanza, un ragazzo australiano, che mi parla del bike park ed è
talmente entusiasta che non ho alcun dubbio su cosa fare l’indomani mattina.
Anche il secondo giorno a Whistler è
andato, per dirla tutta il paesino in sé non mi ha colpito, nulla a che vedere
con la storia e le tradizioni che riesci a scovare fra le viuzze dei nostri villaggi
di montagna; la conformazione mi pare più simile ad un outlet, è
sostanzialmente un paesello artefatto, una macchina ben oliata per fare soldi.
L’aspetto più eclatante è l’organizzazione, a dir poco imbarazzante che
sicuramente fa la differenza, insieme ovviamente ai paesaggi che lo circondano,
davvero unici e mozza fiato. La fauna inoltre è ricca e a dominare le foreste
regna incontrastato l’orso. Quella stessa sera in ostello, prima di cena,
dalla mia stanza sento fermento al piano terra, dalla finestra vedo diversi
ragazzi uscire nel giardino sottostante e dirigersi tutti nella stessa
direzione, in quel momento sento pronunciare la parola ‘bear’ (orso). In un
lampo mi catapulto al piano terra e vado verso i ragazzi che stanno indicando
dove l’orso stava scappando, sicuramente impaurito dall’uomo. Lo vedo di sfuggita
scappare verso il bosco e con il suo enorme fondoschiena sculettare mentre
corre con gran velocità nonostante la mole; scendono di sera, quando i rumori
causati dall’uomo si affievoliscono, attirati dai profumi provenienti dalla
cucine delle abitazioni, ma soprattutto dagli odori di cibo presente nei
cassonetti dell’immondizia (dotati di appositi pulsanti ‘anti-orso’per l’apertura)
Resta comunque meraviglioso poter
osservare questi animali vivere ancora liberamente nella natura, nonostante i
continui abusi dell’uomo moderno - è come se la Natura ci stesse mandando continui
messaggi, come per dire che tutto ancora non è perso e che c’è ancora tempo per
salvarlo questo nostro Pianeta se solo si volesse.

Forti emozioni al bike park

Come meglio concludere la mia visita
a Whistler se non al bike park? Mentre indosso le protezioni, una volta presa
la bici da dh, sento salire l’adrenalina ai livelli di guardia; a fianco a me
una ragazza più o meno della mia stessa età che con calma olimpica indossa le
protezioni e si prepara a partire, quasi come se fosse una normale routine. Per
quanto mi riguarda è la primissima volta in un bike park e con biciclette del
genere per cui mi sentivo quasi come al primo giorno di scuola, la giornata
inoltre non è delle migliori ed inizia anche a piovigginare ma come si suol
dire quando il gioco si fa duro.. Appendiamo le bici alla seggiovia e partiamo. Dall’alto della seggiovia si vedono tantissimi sentieri snodarsi all’interno dei boschi ed all’esterno; rampe, passerelle, sponde e drop, gli ingredienti giusti che fanno di questo luogo uno dei parchi di divertimento più belli al mondo per i bikers. Consulta il sito web.






La primissima discesa la affronto con calma giusto per prendere confidenza con
la bicicletta e con il fondo bagnato ma una volta entrati nei primi boschi ci
si dimentica di tutto e l’unica cosa da fare è quella di scendere a manetta:
passerelle, sponde, passaggi spettacolari tra piante, fondo roccioso c’è
praticamente tutto ciò che serve per appagare ogni tipo di esigenza del biker. Non ci credi?






Un paio di curiosità..


In una delle tante salite con la seggiovia per affrontare discese e passaggi diversi, un ragazzo dello staff mi fa notare, non molto distante dai sentieri, la presenza di un orso,
probabilmente anch’egli un amante della mountain bike. Colto da una improvvisa
follia, provo a scendere in bici passando per quei sentieri, con la speranza di
vederlo un po’ più da vicino ma al mio arrivo non c’era già più, la sua bici da
dh era più prestante!
In un’altra risalita insieme a due ragazzi del Galles, parlando del più e del meno, il discorso cade nelle località italiane e i due iniziano ad elogiare la bellezza e la quantità dei
sentieri di Finale Ligure, quasi come se fossero di casa nella località ligure. Mi sento un po’ a disagio, in quanto fino ad allora non vi ero mai stato e mi prometto di andarci il prima
possibile. Fortunatamente da allora siamo andati diverse volte a Finale grazie a
diversi amici del tortonese e del Cai di Novi Ligure, la prossima volta che
tornerò a Whistler sarò pronto!



il padrone di casa indispettito dagli ospiti...














i tratti più belli non sono riuscito a fotografarli.. un peccato scendere dalla bici..







una delle tante tentazioni di Whistler..


Cena al pub con birra e hockey


Al termine di questa fantastica esperienza mi reco al primo pub, nonostante il mio e la quantità di fango addosso, questo pomeriggio c’è gara 3 della finale di hockey del torneo NHL fra i Canucks di Vancouver e Boston e non posso restare fuori dalla bolgia canadese. Ordino damangiare e una birra insieme ad alcuni ragazzi e ragazze conosciuti al pub.. C’mon Vancouver!



..una cenetta "indimenticabile"..












Il viaggio continua, il giorno seguente prendo il bus per il rientro a Vancouver e davanti ai miei occhi ancora le discese del bike park e la bellezza dei luoghi visti in questi tre fantastici ed indimenticabili giorni.



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